Lidl-Trek, il giovane talento Albert Philipsen dopo l’esordio nel WorldTour: “Ho rispettato le mie aspettative, ma ho ancora tantissimo da imparare”
Tra i neoprofessionisti più interessanti in questo 2025 c’è sicuramente anche Albert Philipsen. Per il 18enne danese, portacolori della Lidl-Trek, l’esordio tra i grandi non si è fatto attendere dato che il nativo di Holte ha partecipato al Tour Down Under, conquistando la maglia bianca di miglior giovane oltre che un convincente quarto posto nella terza frazione con arrivo a Uraidla. Nonostante questi buoni risultati, però, per il giovane corridore scandinavo l’esordio nel WorldTour ha rappresentato anche una novità, con alcune differenze rispetto alle gare da juniores che lo hanno messo in difficoltà, specialmente nella decisiva tappa di Willunga Hill.
In una conferenza stampa organizzata al termine della corsa australiana, il danese ha commentato le sue sensazioni dopo l’esordio con i nuovi colori, dicendosi però già più a suo agio dopo aver rotto il ghiaccio con il mondo del professionismo: “Direi che posso dire di aver rispettato le mie aspettative, ma ci sono state anche alcune novità che non mi aspettavo. Sicuramente le velocità sono molto più elevate, ma la più grande differenza che ho notato è stato il correre contro così tanti corridori che sono tutti ad altissimo livello. Quando correvo tra gli juniores ero sempre il favorito mentre qui ci sono un sacco di corridori che sono al mio livello o anche decisamente sopra. È un modo di correre completamente diverso”.
Il classe 2006 ha poi analizzato quelli che sono stati i problemi che lo hanno portato a perdere importanti posizioni nella tappa di Willunga Hill, facendolo così uscire dalla top 10 della classifica generale: “Dopo la terza tappa sentivo di avere buone possibilità di finire in top 10, o per lo meno speravo di riuscirci. Ma poi la quinta tappa non è andata come speravo. Quel giorno ho fatto alcuni piccoli errori che però poi hanno avuto un grosso impatto. Ero mal posizionato prima della seconda salita per Willunga Hill e quindi quando si è alzato il ritmo mi sono trovato staccato dopo che si è rotto il gruppo. A quel punto ho dovuto sprecare un sacco di energie per ricucire il distacco e quando siamo arrivati ai piedi della salita ero esausto. È stata sicuramente una delusione, ma io vedo questa come un’esperienza da cui imparare per il futuro. Alla fine ho chiuso in top-20 e ne sono felice”. Il prossimo obiettivo sarà ora la Cadel Evans Road Race, in programma il prossimo 2 febbraio e in cui il giovane danese spera di potersi giocare qualche posizione importante.
Dopo questo esordio tra alti e bassi ora Philipsen potrà guardare ai prossimi impegni con più consapevolezza di quello che servirà per ottenere risultati importanti: “Sento sicuramente una differenza dopo questa settimana che è appena trascorsa. È stato un modo fantastico di iniziare la mia stagione e ora mi sento già più tranquillo e sicuro guardando alle prossime gare della stagione“. Il passaggio al professionismo ha significato anche un maggior impegno per tutto quello che riguarda l’ambito extra-corsa, con gli impegni con i giornalisti che hanno rappresentato anch’essi una novità: “Avevo avuto qualche esperienza con le interviste da junior e sicuramente questo ha aiutato. Ha reso tutto questo meno stressante, ma il mondo dei media intorno al ciclismo professionistico è ancora qualcosa di nuovo per me e non voglio assolutamente dire qualcosa di stupido”.
Ed in conclusione, quando gli è stato chiesto quali sono le maggiori differenze tra le gare junior e quelle dei professionisti, Philipsen ha risposto: “Capire come correre a questo livello è una delle cose che ho imparato in questi giorni. È totalmente diverso da quello a cui ero abituato, non ti puoi allenare in anticipo su questo, devi viverlo nelle corse. Tutto è ovviamente più veloce, ma anche il modo in cui si sviluppano le corse è diverso. Tra i junior andiamo sempre a tutta sin dalla partenza, qui nel WorldTour invece le squadre hanno un ruolo molto più importante. Devi usare la tua squadra e i tuoi compagni in maniera saggia, e questo cambia totalmente l’approccio alle corse“.
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